14 febbraio 2012

Intermezzo - neve

in-between - snowing

Da piccola aspettavo la neve con il fiato sospeso. Si sa, la neve ha un lato fiabesco che incanta i bambini, e negli inverni che non son più quelli di una volta dalle nostre parti è un evento eccezionale che inceppa la routine quotidiana. Così da adulta mi sono portata dietro, insieme ad una radicata insofferenza per la routine quotidiana, un malcelato senso di soddisfazione per gli eventi meteorologici non tragici ma ineluttabili che la mettevano in crisi: la nevicata, un pazzo temporale estivo, una tempesta di sabbia desertica arrivata in groppa allo scirocco fino in Padania.
Di fronte alla classica lamentela “la neve è bella in montagna non qui che dobbiamo andare a lavorare” m'infastidiva l'indisponibilità a lasciarsi tentare da qualunque distrazione umana o climatica che esulasse dal mantra “produci consuma crepa”. Ora la neve, da romantica distrazione dal fattivo arrichire quotidiano (noi stessi o qualcun altro) si è trasformata in incubo; un incubo che dal sonno della nostra ragione ci sveglia segnalandoci come questo pianeta non è fatto per noi. Siamo solo suoi ospiti passeggeri e casuali, prodotto inaspettato e imprevedibile di una incalcolabile serie di circostanze evolutive, le cui “conquiste” non hanno più durata di un fiocco di neve sul palmo della mano di un bambino.

Paola

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