
Complice la calura estiva che ci "espone" più direttamente allo sguardo altrui? Non so, raccolgo frammenti impressioni schegge con e senza memorie di me attorno al corpo, ai corpi, di carne, in questi giorni.
E di come continuiamo come falene impazzite a inanellare spirali attorno a una carnalità che ci spaventa e ci interroga, sempre: abbiamo cercato di decostruirla, interrogandoci sul piacere e il potere (la donna clitoridea e quella vaginale) sulla norma e la differenza, su identità multiple, indefinite, transeunti. Storicamente abbiamo cercato di depotenziarla, assoggettandola a logiche di potere e disciplina disincarnate. Con l'aiuto della tecnologia tentiamo di smaterializzarla: senza troppo successo, se in un mondo che può offrire, grazie ad essa, una gamma pressoché infinita e sempre aggiornata di svaghi sessuali (magari anche "sicuri" e a basso costo) persistono la prostituzione "tradizionale" - scelta o imposta con brutale violenza che sia - e altre pratiche più o meno libere, significa che l'incontro di due o più corpi, del loro odore, della loro pelle, del loro suono e respiro e materialità del tocco e della voce resiste, fa resistenza. C'è dentro ognuno di noi qualunque sia la nostra scelta situazione preferenza sessuale, comunque la esprimiamo, sempre, come un'acuta nostalgia della presenza incarnata e di un'esplorazione intima e materiale che non può essere mediata da nient'altro. C'è, persiste, nonostante noi, s'incaglia in quelle relazioni che si organizzano mediate dal denaro, implode, insopportabile e terribile, nell'uso brutale che del proprio corpo si fa come arma nella violenza.

Paola
Nessun commento:
Posta un commento