6 ottobre 2011

Del marciare sul marcio (a passo d'oca) o di come in Italia offendere la memoria di una deportata divenne libertà d'espressione e indicare il re nudo informazione tendenziosa da rettificare

Questo post non parla di quello di cui sta parlando.
Non leggetelo nemmeno.

Le parole stupide
sono come le polveri sottili
restano sospese nell'aria
dopo essere state pronunciate
e ammorbano di sé il mondo

Quello di cui non sto parlando lo trovate, discusso con parole intelligenti, su
Jumpinshark
Metilparaben
Giap!
Lipperatura
Valigia blu
chi non l’avesse fatto legga, storify e commenti inclusi.
Di quello di cui non sto parlando, della differenza tra satira e dileggio, aveva scritto Daniele Luttazzi un paio di anni fa:
"La Satira è nobile perchè il suo bersaglio (il potere e le sue declinazioni oppressive) merita di essere attaccato. E’ questo principio a rendere disgustoso e fascistoide, invece, il ridicolo a scopo di tortura (le foto di Abu Grahib); il dileggio verso chi ha subito un torto (le foto di Veronica Lario a seno nudo pubblicate da Libero); e lo sfottò continuo contro chi osa opporsi all’illegalità berlusconiana (gli editoriali di Renato Farina su Panorama prima che venisse scoperta la sua attività spionistica per conto del Sismi; i corsivi di Marcenaro sul Foglio; gli attacchi del Giornale; i fondi di Feltri; lo scherno di Ghedini contro la Bonino ad Annozero).
Il potere usa il ridicolo, il dileggio e lo sfottò per aumentare il conformismo generale... Il dileggio invita la massa a prendere le distanze dalla vittima e a partecipare del divertimento sadico del violento".

Io non parlerò di quello di cui sto parlando per scelta femminista e di classe.
Parlando di quello di cui non sto parlando dico solo che non difenderò un'ectopia razzista, queerofoba, femminofoba e fascista in nome di una malintesa libertà d'espressione. Non è una questione di censura.
Quello di cui non ho parlato sta tutto nei versi che aprono questo non-post.

Valentina

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