17 marzo 2014

Femminismo, dose (minima) raccomandata: Femministe a parole. Grovigli da districare

 Lea Melandri, Differenza. E le sue aporie, in Femministe a parole, p. 71-77:

"Oggi, saltati i confini tradizionali tra casa e polis, assistiamo a una femminilizzazione dello spazio pubblico, intesa non solo come presenza crescente delle donne, ma come valorizzazione del femminile. Che non significa: delle donne reali. Il corpo, la sessualità, la maternità si emancipano in quanto tali, senza alcun ripensamento critico: si sono liberati di alcuni vincoli, ma non hanno perso i segni che la storia vi ha impresso sopra. Se in passato l'emancipazione è stata "fuga dal femminile", oggi è il femminile a prendersi la sua rivincita. Sono le donne stesse che decidono di impugnare attivamente quelle che sono state le ragioni della loro sottomissione: la seduzione e le doti materne. E' una valorizzazione della differenza che viene dal mercato, dall'industria dello spettacolo, dalla nuova economia (Valore D) - come "risorsa" e "valore aggiunto" -, ma che le donne stesse, e anche parte del femminismo, sono tentate di considerare una opportunità" (p.76-77)
MGrazia


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