Non a caso il movimento mondiale si esprime occupando fisicamente in modo permanente le piazze per occupare simbolicamente lo spazio pubblico della discussione politica. E’ una reazione straordinaria alla de- materializzazione violenta e forzosa che tutti abbiamo subito in nome della fungibilità totale al meccanismo di produzione immateriale della ricchezza finanziaria, ultimo approdo di un capitalismo che produce molta ricchezza immateriale con molto sfruttamento reale, brutale e fisicissimo.
Perché noi non possediamo un corpo (da dominare,disciplinare, piegare a fini eterodiretti esattamente come l’ambiente naturale, di cui peraltro facciamo di necessità parte integrante e che non è altro da noi) ma noi siamo il nostro corpo. La materialità del corpo,con la sua esperienza di ritmi e bisogni, è irriducibile: ai ruoli, alle identità ossificate, ai meccanismi dell’economia intesa come espropriazione di sé. Non è mai stato più evidente di adesso. Dopo che tante politiche conciliatore e inclusive per le portatrici di utero, per esempio, hanno fallito, essendo la potenzialità di generare (agita o meno che sia) impossibile da ricondurre ad un calcolo di costi e ricavi. Ci hanno provato sostenendo il valore sociale della maternità: anche questo escamotage mi sembra sia stato, in sostanza, non efficace.
“Occupare” è femminista perché femminista è stata, in origine, la scoperta di una soggettività corporea, l’irriducibile materialità dei corpi differenti che non poteva essere ridotta ad un uno, al neutro maschile (dopo siamo andat* avanti!). Occupare è femminista perché femminista è stato, in origine, l' esplicito riconoscimento che questa differenza, e tutte le differenze, avevano origine in una relazione non paritaria, non neutra, non ripagabile, non equa, da nessuna delle due parti. Lì è la radice della nostra umanissima, concreta esistenza che il signor Mercato (chi è costui?) non può tollerare come tale.
Paola
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