25 novembre 2011

25 novembre: non ci sono scorciatoie

25th of november: there aren't any shortcuts, we need a radical change in gender relationships

Una ricerca pubblicata sul n.35 di Città sicure, periodico del Servizio Politiche per la sicurezza e la polizia locale della Regione Emilia Romagna, sostiene che le donne più a rischio di violenza sono quelle con una scolarità alta e un lavoro. Nell’articolo si dice che queste hanno aspirazioni e aspettative diversificate, relazioni più complesse e articolare col mondo, stili di vita più aperti e liberi.
Approda, anche se un po’ in sordina, anche nelle statistiche ufficiali il vero problema,il nodo più profondo: la libertà femminile.
Un nodo profondo, una sorta di nocciolo che ritroviamo sempre, dopo aver sbucciato, strato dopo strato, e con le lacrime agli occhi, questa sorta di infinita complessa “cipolla” delle relazioni di genere.
Finché non avremo denudato il nocciolo più acre e doloroso (anche attraverso un patto preciso fra donne e uomini che ripensino il proprio essere uomini, propongono alcune) nessuna sarà al sicuro. Ogni illusione “progressista” sulle ‘armi’ dell’emancipazione (scuola, lavoro, carriera) come soluzione definitiva - bastava promuoverle adeguatamente e aspettare - è vanificata, anno dopo anno, dalle letture dei dati (quando disponibili…).
Questo non significa che non sia possibile reagire (crescono anche, esponenzialmente, le donne che si rivolgono ai Centri e intraprendono percorsi di uscita dalla violenza), o che cultura, casa, autonomia economica e personale non siano strumenti imprescindibili di libertà e di una vita “buona”. Significa che lo sforzo necessario è profondo e radicale, e che intraprenderlo significa essere disposti e disposte a cambiare a fondo se stessi, le relazioni di genere e il mondo, a partire dalla cultura patriarcale maschile. Non esistono scorciatoie.

Paola

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