Si avvicina il 25 novembre. La violenza contro le donne è diventata, nel bene e nel male (ma io propendo ahimé piuttosto per il male) un tema mediaticamente sensibile, che assicura visibilità. Parlarne molto non significa automaticamente aumentare la sensiblità, la comprensione dei meccanismi culturali profondi alla sua origine, un autentico cambiamento delle relazioni. La platea dei fantasmi interiori che ciascuna/o di noi si porta dietro si arricchisce di maschere rese ancora più inquietanti dalla semplificazione mediatica. Vi segnalo questa riflessione di Lea Melandri sulle dichiarazioni di Vittorino Andreoli. Venti minuti del vostro affollatissimo tempo spesi bene.
Paola
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