Words into Italian Feminism: to continue our discussion about
feminism we
illustrate a research project going on with the word Work (scroll down
for english version)
Per un Glossario delle parole nel femminismo italiano: continuiamo la nostra riflessione sul femminismo e la sua storia presentando una sintesi dello schema della parola Lavoro.
Lavoro
Con “Lavoro” intendiamo
esplicitare alcuni complessi e spinosi nodi teorici del pensiero femminista
italiano mostrandone lo sviluppo nel tempo fino al dibattito presente. La
problematica della divisione sessuale del lavoro in produttivo e riproduttivo è
stata cruciale nel movimento femminista italiano all’inizio degli anni
settanta. Il dibattito si sviluppò soprattutto attorno alla opportunità di
chiedere o meno un salario per il lavoro non pagato delle casalinghe. Si
sottolineava il nesso significativo fra
sistema capitalistico e sfruttamento del lavoro domestico delle donne ( il
capitalismo non può funzionare senza questo lavoro invisibile, nascosto) così
come con la fissità dei ruoli di genere.
Pensatrici femministe come Carla Lonzi
– ma anche collettivi femministi e gruppi di base – cominciarono precocemente a
mettere in discussione il modello maschile del lavoro extradomestico e della
carriera come unica strada per l'accesso ai diritti, al rispetto e ad avere
voce nella sfera pubblica. Era una critica radicale all'idea della cosiddetta
“emancipazione femminile”, il modello proposto dai partiti della sinistra e dai
sindacati che chiedevano più inclusione per le donne nella società. Il
movimento femminista si rifiutava di chiedere maggiore inclusione delle donne
nella società maschile, ma era piuttosto alla ricerca delle vie per ripensare e
ridisegnare l’intera società. Liberazione, intesa come ricerca di una identità
femminile completamente libera dai condizionamenti del maschile venne
contrapposta ad “emancipazione”.
Nelle decadi successive, specialmente a partire dagli anni
novanta, il dibattito si spostò quasi interamente sul welfare e sui
provvedimenti legislativi necessari a promuovere e supportare l'ingresso delle
donne nella vita professionale e nel mercato del lavoro, in particolare fra le
donne impegnate nei partiti politici, nei sindacati e nelle istituzioni. Fu un
periodo caratterizzato dal fiorire di molte iniziative, sia a livello locale
che a livello nazionale, che recepivano le indicazioni provenienti soprattutto
dall'Unione europea in materia di pari opportunità. Da parte sua, il movimento femminista mise per lo più da parte
la questione, focalizzandosi su altre istanze teoriche, mentre, abbandonando la
presenza e l’azione politica nello spazio pubblico si stava trasformando in un
movimento culturale con la fondazione di archivi, centri, biblioteche. Molta
della complessità e della dimensione critica di quel dibattito venne quindi
perduta e non venne trasmessa alle nuove generazioni proprio mentre le giovani donne iniziavano a
discutere degli effetti della globalizzazione e della precarizzazione del
lavoro. E' infatti nel contesto di un progressivo attacco al welfare, di
precarizzazione del lavoro appunto e poi di crisi economica che riemergono, pure
con una diversa valenza, aspetti di critica al modello emancipativo – collegati
in modo nuovo alla critica al sistema capitalistico che si sviluppa anche
all'interno del cosiddetto movimento no-global. Emergono nuove problematiche:
il ruolo delle donne immigrate nel lavoro di cura come “sostitute” delle donne
native; la necessità di redistribuire i carichi di cura; l'emergere di nuovi
modelli maschili e di paternità.
Work
Even the
translation from italian “lavoro” into a
proper english term is a challenging theoretical question, given that in
italian language the word “lavoro” could nearly without distinction mean
“work”, “job”, “labor”. We’ll try to explain some complex issues of the italian
feminism through from Seventies to Nineties, touching the present lines of reasoning.
The topic concerning
the sexual division of labor in productive and reproductive work was a crucial
point of discussion within the feminist movement in Italy at the beginning of
the seventies. The debate developed around the advisability of calling a wage
for housewifes' unpaid work or not. Some feminist groups calling a wage saw a
meaningful link between capitalism and the exploitation of unpaid women’s work
(without this unpaid hidden work capitalism doesn’t work) likewise fixed gender
roles and identities. Feminist theorist like Carla Lonzi, but also grassroots
feminist groups early started questioning the male model of extra-domestic job
and career as a unique way to get rights, respect and power within the public
sphere. That was a strong critique of the so-called “emacipatione femminile”
(female emancipation), the term used and the model proposed by left parties and
Trade Union demanding more inclusion for women in society. Feminists refused to
demand inclusion in this male society; they are seeking a way to re-think and
re-shape the whole society. By the feminist movement “liberazione” (liberation), the quest for a female identity completely
free from any influence of the male
dominance, was set against the “emancipazione”(emancipation).
During the
following decades, especially in the nineties, the debate almost entirely
shifted on welfare and laws necessary to promote and support women to enter in
a professional life and in the labor market. The feminist movement put aside
the topic: it was abandoning the demonstrations, the political activity and
presence in the public spaces and turning on a cultural movement, funding archives,
libraries and centers and focusing on other theoretical issues.
Those days
were characterized by plenty of initiatives both at the national and local
level according to the indication by the EU about equal opportunity issues.
Extra-domestic female job was becoming
more widespread (despite the female employment average is still lower in
Italy than in other European country). So, the complexity of the debate got
lost and was not transmitted to younger generations.
More recently,
in a frame of increasingly unemployment, attack on the welfare system and
economic crisis some elements of
critical analysis on the model of “female emancipation” are back again. This revival
is related in a new and original way to some emerging issues within the
so-called no-global movement, like the role of migrant women as a surrogates of
native women and the critique on industrialism, endless consumption of
good and growth that are threatening our
environment. At the same time, the
debate goes on about a fair splitting of care burdens between women and men who
are adopting new attitudes in fatherhood and family relationships.
Paola
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