18 aprile 2012

Della parentesi come segno (del sessismo) dei tempi

La notizia è questa



Ma ecco come titola il Corriere della Sera l'articolo sulla protesta di questa donna, salita sul tetto dell'automobile del presidente iraniano durante una visita ufficiale nella capitale della regione di Hormozgan


L'ironia di quella parentesi è radicalmente fuori luogo, non sarebbero necessari commenti se non quell'unico commento che è il buon vecchio "senza parole".
Ma una parola, oggi, voglio dirla.
Dentro quella parentesi c'è tutto un mondo, un mondo specificamente italiano, in cui le strizzatine d'occhio sono il dispositivo per relegare alla nota di costume le notizie che riguardano un essere umano di sesso femminile.
Giornalisti e titolisti dovrebbero riflettere, perché, con buona pace di quelli che "è sempre uguale", non è sempre uguale.
Questa deriva linguistica, che è una deriva di senso, si evolve esponenzialmente.
C'è tutto un immaginario su donne e uomini potenti che si è costruito in questi anni in casa nostra, questo linguaggio lo avalla consapevolmente.

Notevole anche l'autocensura in home, un classico


Come scrive Sylvia Plath* "C'è fango sui miei piedi, spesso, rosso, scivoloso".

Valentina**

*Getting there, 6 novembre 1962
**L'autrice ringrazia A., che ha reso chiaro quello che era oscurato dalla collera.

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