29 ottobre 2012

Chi è responsabile della violenza? /3

 Who's responsible for violence? /3

Sabato mattina. Diretta rai radio3 da Palermo. Si parla di violenza contro le donne.
Si indagano le cause, si deve trovare una ragione, un bandolo in tanta sofferenza. L'autorevole parlamentare di centrosinistra evoca Berlusconi e il berlusconismo, ricordando come il premier abbia una volta affermato "meglio andare con una minorenne, che essere gay".
Ora io non voglio sottovalutare i guasti che il fare leva sugli aspetti più retrivi del consumismo sessuale maschile nella politica e nella comunicazione pubblica del nostro ex premier hanno prodotto. Sono stati profondi e durevoli. Molte donne e femministe li hanno denunciati, anche alcuni uomini.
Ma mi dispiace, non potete, non possiamo cavarcela così.
La violenza interroga nel profondo tutti noi, tutte noi. Ci invita a non dare risposte facili, a non dire quel che vogliamo semplicemente sentirci dire, da una parte o dall'altra, perché conforti le nostri fragili certezze. E' un viaggio in ciò che ciascuno e ciascuna di noi preferirebbe non vedere, non conoscere, non riconoscere di sé. Vale anche per le cosiddette "vittime": riconoscersi come donne che hanno subito o subiscono violenza non è una facile liberazione, vuol dire fare i conti con un sé così profondamente ferito che spesso si preferirebbe non riconoscere. E la strada per ritrovare e vedere la propria forza e la propria integrità è durissima e senza fine.
In questo viaggio, le scorciatoie non esistono.

Paola

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