"Quando ho saputo che esisteva il femminismo, non sono stata neanche lì a informarmi su cos'era: sono una donna, dunque faccio il femminismo. Non pensavo alle conseguenze, non sono mai stata così su di giri in vita mia, sempre stanca morta e con il cervello che faceva la girandola. Scaricare l'uomo dalle mie spalle, trovarmi con tante possibili amiche, simili, alleate nella stessa barca, con un destino comune, era il massimo di vitalità che avessi mai raggiunto. Intanto traboccava la voglia di uscire dalla prigione e sbeffeggiare il nostro carceriere. Il mio sdegno sliva alle stelle, ma anche la mia felicità perché finalmente esprimevo senza sensi di colpa né complessi di inferiorità la mia voglia di esistere, la mia presenza. Fino a allora ero stata cauta perché non volevo essere fraintesa, e quando anadavo a ruota libera,voleva dire che ero sicura di chi mi ascoltava.
Invece, improvvisamente, ho cominciato a parlare con tante
donne e ragazze sconosciute, non avevo più cautele né ritegno: ogni pensiero
esplodeva nel buio con colori meravigliosi e io ne ero la più stupefatta.
Cercavo di risvegliare questo fuoco nelle altre perché potessero gettarsi
nell'acqua fredda e fare una bella nuotata. Lo choc più bello, tonico, salutare
che ho mai provato"
Paola
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